È un’idea ormai superata quella che la distribuzione automatica non possa essere ecosostenibile. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a una rivoluzione nell’ambito del vending, con l’introduzione di materiali alternativi alla plastica monouso, prodotti a chilometro zero e facilitazioni per il riciclo degli scarti.
Ma è possibile contribuire a salvare il pianeta con un bicchiere da caffè? La risposta è sì! Abbiamo tutti sentito parlare dell’effetto serra e della necessità di ridurre le emissioni di CO2, ma spesso può essere difficile vedere il collegamento tra questi concetti che ci appaiono così astratti e la nostra realtà quotidiana.
Eppure, anche scegliere un materiale più sostenibile per gustare il proprio caffè durante una pausa a lavoro può fare la differenza. E non solo: gli effetti sull’ambiente sono anche quantificabili!
Ridurre le emissioni per vivere meglio
In questo periodo estivo, mentre soffriamo le ennesime ondate di caldo, è facile pensare a tutti gli avvertimenti sul riscaldamento globale che abbiamo ricevuto. Pubblicità, campagne sociali, articoli di giornale ci ricordano costantemente che, se non cambiamo il nostro modo di vivere, presto ci troveremo a fronteggiare gravi problemi ambientali, che si trasformeranno anche in problemi sociali e sanitari, come conseguenza delle carestie, della carenza di acqua e della comparsa di nuove malattie che si diffondono a temperature maggiori.
Proprio per evitare di trovarci di fronte a una situazione catastrofica e irrimediabile, nel 2015 l’ONU ha stabilito degli obiettivi di sviluppo sostenibile che i Paesi membri devono impegnarsi a raggiungere entro il 2030.
Dopo 7 anni, siamo ormai a metà strada di questo percorso, ma la realizzazione di questi propositi appare ancora distante. Ciononostante, è importante che ciascuno faccia la propria parte e continui nel proprio piccolo a impegnarsi per ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
Ma come è possibile che una sola persona possa salvare il mondo? È effettivamente impossibile. Eppure, se la moltitudine delle persone si impegnasse ad ottenere questo scopo, non si tratterebbe più dell’azione di un singolo individuo. Insieme, quindi, è possibile fare la differenza, a partire dalle scelte quotidiane apparentemente insignificanti: come ci si alimenta, dove si acquistano i propri beni, se e come si riciclano i propri scarti e, infine, ma non meno importante, quali materie prime vengono impiegate nei piccoli gesti di tutti i giorni.
Quale materiale garantisce una maggiore ecosostenibilità
Si potrebbe pensare che il materiale maggiormente sostenibile, frequentemente scelto per la distribuzione automatica, sia la carta. Esistono però delle alternative ancora più avanzate. È il caso di Hybrid, un materiale realizzato da FLO S.p.A., storica azienda produttrice di stoviglie e bicchieri per la distribuzione automatica.
Questo materiale trae ispirazione dal polistirolo, di cui sono costituiti molti bicchieri tipicamente impiegati nei distributori, ma lo sostituisce in parte con ingredienti di origine naturale, rappresentati da una miscela di sali minerali. In questo modo si ottiene un materiale al 100% riciclabile, adatto anche al progetto RiVending, a cui World-Matic aderisce.
Il vantaggio di Hybrid, però, non è soltanto la possibilità di essere riciclato, che condivide con altri materiali, ma la riduzione della sua impronta di carbonio (“carbon footprint”, in inglese), ossia dell’emissione di CO2 nel suo ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento.
In un primo momento, un singolo bicchiere in materiale Hybrid era in grado di ridurre le emissioni del 25% rispetto al classico bicchierino da caffè. Successivamente, una modifica nel design del bicchiere ha consentito di raggiungere un tasso di risparmio di CO2 ancora superiore, pari al 40%.
Cosa significa ciò, concretamente? Utilizzare un bicchiere di plastica classico da 165 ml immette nell’ambiente 15,4 grammi di CO2, in tutte le fasi che partono dalla sua produzione fino al momento in cui viene definitivamente smaltito. Un bicchiere di carta di pari capacità ne produce 11 grammi. E il bicchiere Hybrid? Grazie alla sua progettazione, questo bicchiere emette solamente 9,2 grammi di CO2 in tutto il suo ciclo vitale, con un risparmio di ben 6,2 grammi per ogni bicchiere Hybrid rispetto a quello tradizionale.
Come è possibile quantificare il risparmio in CO2
Anche se 6,2 grammi possono sembrare una quantità esigua rispetto alla quantità di emissioni che l’uomo produce ogni anno, stimata attorno ai 26 miliardi di tonnellate, è facile raggiungere cifre esorbitanti nel tempo. Ad esempio, in un’azienda con mille dipendenti che prendono ciascuno tre caffè al giorno al distributore e lavorano cinque giorni a settimana, in una sola settimana lavorativa verrebbero risparmiati 93 chili di CO2.
World-Matic ha deciso di dotare i propri distributori non solo di bicchieri in materiale Hybrid, ma anche di totem per indicare agli utenti quanta CO2 viene risparmiata in ciascuna area break. In questo modo, il consumatore sarà consapevole di aver fatto la propria parte nella lotta per la salvaguardia del pianeta.
Ma come viene quantificato il risparmio di CO2? Semplicemente, sapendo che per ogni bicchiere vengono risparmiati oltre 6 grammi di anidride carbonica, è sufficiente moltiplicare questo risparmio per la quantità di bicchieri da caffè inseriti nel distributore.
Secondo World-Matic, questi totem sono un’occasione per sensibilizzare ulteriormente chi utilizza i distributori automatici sull’importanza della scelta dei materiali, ricordando che persino un’azione semplice come bere un caffè prima di un turno di lavoro o in una sala d’attesa è in realtà una mossa nei confronti dell’ambiente in cui viviamo e che anche in queste occasioni bisogna prestare attenzione alle scelte che compiamo.