I distributori automatici sono in progressivo aumento nel territorio italiano, soprattutto nei luoghi pubblici.
Basti pensare alle colonnine di bevande refrigerate e alimenti freschi come i tramezzini nelle stazioni ferroviarie, negli istituti scolastici e negli uffici territoriali.
Posizionate nei corridoi, nelle sale insegnanti e negli spazi comuni per i dipendenti, i dispenser di cibi e bibite, calde e fredde offrono la possibilità di spezzare la mattinata con un caffé, scambiare due chiacchiere tra colleghi per un break veloce.
Alcune tipologie di distributori automatici erogano bevande a temperatura controllata: the freddo, acqua, succhi di frutta.
Altre macchine dispongono anche di una resistenza interna, che consente al sistema di unire la miscela in polvere ad acqua calda, per ottenere caffé, cappuccino, cioccolata e the.
In tutti questi casi, i consumi legati al funzionamento delle macchine dispenser di cibo e bevande sono elevati, perché il dispositivo dev’essere costantemente collegato all’energia elettrica per mantenere la temperatura ideale a conservare il contenuto.
Considerando che, nella maggior parte dei casi, i costi legati al dispendio di energia per far funzionare correttamente i distributori automatici è totalmente a carico dell’Ente pubblico in cui questi sono installati, le spese totali risultano notevoli.
In questo articolo esamineremo quali sono le principali caratteristiche dei distributori automatici.
In seguito, ne verranno quantificati i consumi e analizzate le alternative più efficienti, attualmente disponibili sul mercato.
La convenienza o meno dei distributori automatici per le strutture che li ospitano, infatti, è da identificare unicamente negli oneri connessi al consumo energetico, poiché i costi per l’installazione sono a carico della società che li fornisce in comodato d’uso e i prodotti sono acquistati dai consumatori finali.
Consumi kilowattora (kWh)
Il consumo energetico dei distributori automatici determina un impatto piuttosto importante sul totale del dispendio di elettricità a carico di un’organizzazione, poiché per mantenere cibi e bevande alla temperatura impostata è indispensabile attivare più energia del necessario.
Nella maggior parte dei casi, gli Enti pubblici e le organizzazioni che stipulano contratti con le aziende che distribuiscono, installano e gestiscono le macchine automatiche di cibo e bevande si accollano i costi dei consumi di energia.
Immaginando di quantificare il consumo elettrico dei dispenser automatici, quelli convenzionali impiegano fino a 3.000 kW/ora in un anno.
Per avere un termine di paragone con un prodotto simile, a uso domestico, un frigorifero di classe A registra consumi annuali pari all’incirca a 400 kW/ora.
A questo punto, qualcuno potrebbe eccepire che le cifre dichiarate nella scheda tecnica del dispositivo siano differenti.
Un distributore di bevande con refrigerazione interna, in cui sono presenti 2 vassoi per bevande imbottigliate e 3 per snack confezionati, riporta un consumo dichiarato di 270 watt.
In realtà, tali dati si riferiscono a una temperatura standard di 5 °C nel vano frigo e 20 °C all’esterno, senza considerare la notte in cui il riscaldamento è assente, le variazioni fisiologiche caldo/freddo e l’invecchiamento della macchina.
Quest’ultimo elemento, infatti, determina un incremento nei consumi di energia, proporzionale all’età del dispositivo: quanto più questo sarà “anziano”, quanto più il dispendio energetico aumenterà.
In sintesi, a fronte dei consumi dichiarati ufficialmente, non è difficile arrivare a valori che superano i 3.000 kW/ora.
In termini monetari, a quanto corrispondono le cifre appena indicate?
Con un’approssimazione verosimile, le spese per il mantenimento dei distributori automatici ammontano a 500 € annui.
Il problema è spesso che, in un’organizzazione, sono presenti diverse macchine, spesso in ogni piano.
Basti pensare a un ospedale, una casa di cura, un ufficio pubblico centrale: mini-città che possono ospitare anche una decina di dispenser automatici di cibo e bevande.
Ecco che la spesa ipotizzata di 500 € all’anno dovrà essere moltiplicata per il numero di macchinari installati, con risultati esorbitanti.
In base ai dati sopra esposti, emerge la necessità di valutare seriamente concrete possibilità di riduzione degli sprechi, e non solo nel settore pubblico.
Se, in alcuni casi, può essere utile un misuratore di consumi elettrici, un piccolo dispositivo da attaccare alla presa di corrente e che ha un costo esiguo (al massimo una quindicina d’euro), d’altra parte c’è chi è orientato verso macchinari più efficienti e di ultima generazione.
Da motori più performanti a sistemi di ventilazione moderni, i distributori automatici sono spesso dotati di software integrati, che attivano il risparmio energetico quando serve, ad esempio dagli orari di chiusura a quelli di apertura nel giorno successivo.
Per incentivare la diffusione di macchine dispenser con un minore dispendio energetico, il Dipartimento dell’Energia statunitense ha approvato una normativa che introduce nuovi standard in materia di consumi elettrici.
In particolare, la US Environmental Protection Agency (l’agenzia USA per la protezione dell’ambiente) attribuiscono il contrassegno Energy Star ai dispositivi che soddisfano i requisiti stabiliti per ottenere un ridotto dispendio di energia.
Energy Star Machines, cos’è?
Quest’ultimo è un programma governativo, volto alla razionalizzazione delle risorse attraverso un efficientamento dei prodotti di consumo.
Il marchio, sempre più diffuso anche in Italia, è quadrato con sfondo azzurro, e riporta la dicitura energy in corsivo, con caratteri bianchi e accompagnati da una stella.
In termini pratici, per i macchinari erogatori di cibi e bevande, un singolo macchinario identificato come appartenente al programma Energy Star consuma all’incirca 1.450 kW/ora annui.
Alla luce dei dati riguardanti i dispenser convenzionali, che utilizzano una media di 3.000 kW/ora all’anno, è chiaro che le Energy Star machines registrano consumi pari a meno della metà, in termini energetici.
Per ridurre gli sprechi, dunque, la scelta consapevole di distributori automatici contrassegnati dal marchio Energy Star rappresenta il primo passo per ottenere consumi più bassi e determinare un sensibile abbattimento nelle spese legate all’energia elettrica.
Come consumare meno con un distributore automatico?
Installare un distributore automatico significa sostenere costi di gestione importanti.
Abbiamo visto come l’impiego di macchinari più efficienti possano contribuire in modo determinante nella riduzione delle spese per l’energia.
In particolare, la presenza di motori inverter, compressori e sistemi di ventilazione e illuminazione moderni rappresentano i tratti distintivi dei dispenser automatici più efficienti.
Inoltre, anche in questi casi un supporto notevole deriva dall’IT technology, applicata al settore dell’automazione.
Le migliori macchine che erogano cibi e bevande sono dotate di software specifici, programmati per attivare la modalità eco o risparmio energetico nelle fasce orarie in cui la struttura rimane chiusa (quasi sempre nelle ore notturne).
Entro determinati limiti, i software sono applicabili anche ai distributori automatici già esistenti e che, quindi, non nascono con il programma integrato.
Osservando queste indicazioni, sarà dunque possibile ridurre sensibilmente i consumi derivanti dalle macchine per snack e bevande.