Distributore automatico di sigarette non dà resto: cosa fare?

Distributore automatico non dà resto cosa fare
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Imbattersi in un distributore automatico di caffè che non dà il resto o che non eroga il prodotto è una piccola seccatura in cui tutti, prima o poi, si imbattono.

Che sia un agognato caffè per risvegliare l’attenzione dopo una noiosa riunione, una bevanda per rinfrescarsi in una giornata torrida o uno snack per ricaricare le batterie tra una call e un meeting, il fastidio sperimentato in queste situazioni è sempre lo stesso.

Qualcuno potrà pensare che, se la macchinetta ha un guasto o un malfunzionamento, non ci si può far nulla e la soluzione migliore è rinunciare al denaro anche perché, ammettiamolo, si tratta spesso di importi molto contenuti. Ma le cose non stanno affatto così. Infatti, forse non tutti sanno che la mancata erogazione del prodotto selezionato o del resto, proprio perché estremamente diffusa, è normata e che la legislazione italiana prevede dei rimedi specifici, a carico del venditore, da mettere in atto in queste situazioni.

Scopriamo quindi cosa dice la legge, come bisogna comportarsi davanti al distributore che si è appena mangiato i nostri ultimi spiccioli e come procedere per richiedere il rimborso del denaro.

Cosa dice la normativa a riguardo?

I distributori automatici di prodotti di qualsiasi natura (cibo e bevande in primis, ma anche sigarette, presidi medici e sanitari, carburante) rappresentano, dal punto di vista giuridico, una vera e propria offerta contrattuale messa a disposizione del pubblico. Di conseguenza, nel momento in cui una persona inserisce il suo denaro all’interno del distributore, si concretizza un vero e proprio contratto di compravendita tra il venditore (ossia il gestore della macchinetta) e il cliente.

Ai sensi del codice civile, questo contratto è totalmente vincolante tra le parti: il cliente è tenuto a pagare il corrispettivo e il venditore ha l’obbligo di erogare il prodotto o il servizio richiesto. Di norma, nel caso dei distributori automatici il pagamento è anticipato, pertanto il cliente si viene a trovare nella posizione di parte più esposta ad eventuali inadempimenti contrattuali (fattispecie in cui ricade, a pieno titolo, la mancata erogazione del resto o di un prodotto).

  • Il Codice Civile, a tutela del consumatore, in caso di inadempimento contrattuale prevede il diritto di richiedere al venditore di ricorrere ad uno dei seguenti rimedi:
  • eseguire la prestazione, ossia erogare il prodotto o servizio richiesto;
  • rimborsare integralmente l’importo inserito nel distributore, in caso di mancata erogazione del prodotto/servizio;
  • erogare il resto, nel caso in cui la macchinetta non abbia provveduto a farlo (e non siano installate targhette ben visibili che informano i clienti dell’impossibilità di rendere il denaro).

In alcuni casi, in realtà molto specifici e particolari, la legge prevede addirittura la possibilità di richiedere un risarcimento per la mancata o ritardata esecuzione del servizio richiesto.

Una volta appurato che la legge tutela il cliente che, pur avendo inserito il denaro nel distributore automatico, non abbia ricevuto il prodotto desiderato, vediamo cosa bisogna fare concretamente per far valere i nostri diritti quando ci imbattiamo in una macchinetta recalcitrante a erogare i prodotti e/o il resto.

Cosa fare e come comportarsi

Prima di scoprire cosa bisogna fare, riteniamo doveroso precisare cosa NON fare: è inutile dare di matto, prendere a calci e pugni il distributore automatico o cercare di inclinarlo. Non dimentichiamo mai che, di norma, questi macchinari sono videosorvegliati per prevenire gli atti di vandalismo. Nel momento in cui abbiamo inserito i soldi senza ricevere il prodotto che volevamo, abbiamo a disposizione adeguati strumenti di legge per tutelarci: non vale la pena passare dalla parte del torto mettendo in essere comportamenti violenti o danneggiando l’apparecchio.

In caso di mancata erogazione del resto, il primo suggerimento che possiamo darvi è quello di aspettare per qualche secondo: i distributori più datati possono essere piuttosto lenti e richiedere alcuni istanti prima di rendere gli importi. La pazienza è un’ottima strategia anche in caso di mancata erogazione del prodotto: i distributori moderni sono dotati di sistemi in grado di rilevare se il prodotto richiesto è effettivamente stato consegnato al cliente. In caso di malfunzionamenti, nel giro di qualche istante queste macchine rendono nuovamente disponibile la somma inserita, che potrà essere utilizzata per acquistare un altro prodotto o che verrà immediatamente rimborsata.

In alcuni casi, per ottenere il resto è necessario premere uno specifico pulsante, di solito chiaramente identificabile sulla pulsantiera. Un’altra verifica da effettuare è che la macchinetta sia effettivamente abilitata a dare il resto: alcuni distributori non lo fanno, ma, nel qual caso, ci sarà una targhetta che lo specifica, posizionata in maniera ben visibile, di solito vicino alla pulsantiera. Alcuni distributori (in particolare quelli di sigarette e carburante), infine, erogano una ricevuta cartacea riportante l’importo spettante al cliente, in caso di mancata erogazione del prodotto o di indisponibilità di denaro con cui dare il resto. In questo caso, il cliente non dovrà far altro che presentare la ricevuta al responsabile dell’apparecchio, per ricevere le somme dovute.

Se però la macchinetta non ha il pulsante per la richiesta del resto, non stampa ricevute e non dà alcun segno di volerci consegnare ciò che ci spetta di diritto, l’unica via percorribile è quella di contattare il gestore del distributore, il cui numero di telefono deve essere riportato in modo ben visibile sul macchinario, di norma sulla parte frontale.

Risarcimento: come ottenere i soldi?

Nella migliore delle ipotesi, il responsabile del distributore potrebbe presentarsi immediatamente per risarcire il cliente o per fornirgli il prodotto desiderato.

Nell’eventualità – per la verità piuttosto frequente – che il gestore non sia prontamente disponibile, però, si aprono due diversi scenari. Se il cliente vuole a tutti i costi il prodotto, dovrà per forza attendere pazientemente l’arrivo del proprietario dell’apparecchio (o di un suo delegato): il Codice Civile, infatti, prevede che la consegna di un bene mobile, di natura determinata e certa, debba essere consegnato “nel luogo in cui l’obbligazione è sorta” (ossia, in termini semplici, presso il distributore).

Il prodotto può anche essere consegnato in un secondo momento, magari previo appuntamento, ma sempre nel luogo in cui si trova la macchinetta che non ha erogato il servizio.

Se invece il compratore richiede il rimborso (della somma integrale o del resto non erogato), la situazione è radicalmente diversa. In questo caso, infatti, il cliente potrà anche allontanarsi, dal momento che il Codice Civile obbliga il debitore (in questo caso, il gestore della macchinetta) a saldare il debito presso il domicilio del creditore. In alternativa, è anche possibile pretendere il rimborso tramite bonifico bancario o qualsiasi altra valida forma di pagamento.

Come abbiamo già accennato, oltre al rimborso dei soldi è talvolta possibile richiedere anche un risarcimento del danno derivante dalla ritardata o mancata erogazione del servizio. Tuttavia, è necessario poter dimostrare di aver subito un pregiudizio o un danno tale da meritare un risarcimento economico. Va da sé che il semplice fatto di non aver potuto gustare uno snack o fumare una sigaretta non può essere considerato sufficiente per maturare il diritto a un indennizzo. Ciononostante, potrebbero esserci casi specifici in cui, effettivamente, la mancata erogazione di un prodotto può avere conseguenze meritevoli di tutela giuridica: è il caso, ad esempio, della mancata erogazione di una bevanda fresca a una persona colta da malore. Si tratta, in ogni caso, di ipotesi residuali, da valutarsi caso per caso con l’assistenza di un legale.

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