Il braccialetto di Amazon per il controllo dei dipendenti: realtà o bufala?

Braccialetti Amazon dipendenti
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Ha fatto scalpore la notizia del braccialetto di Amazon fornito ai dipendenti per controllarne i movimenti. Il polverone viene sollevato specialmente nel mondo della politica, nel quale esponenti di vari partiti si sono scagliati contro questa nuova tecnologia, brevettata ufficialmente nel 2018, con l’accusa di essere l’ennesimo mezzo di controllo dei lavoratori. Secondo i detrattori di questa innovazione, infatti, il braccialetto di Amazon potrebbe venir utilizzato per verificare momento per momento la posizione dei dipendenti, nonché la durata delle loro pause, violando quindi il diritto alla privacy.

Chiariamolo subito: Amazon è, per molti versi, un’azienda controversa, che più volte è finita sotto ai riflettori per il trattamento riservato ai suoi dipendenti e per questioni etiche e finanziarie.

Noi stessi abbiamo trattato il tema delle polemiche sui turni massacranti assegnati ai dipendenti. Ma questo bracciale rientra veramente in queste casistiche?

Braccialetti Amazon dipendenti Magazzino

Non bisogna temere l’avanzamento tecnologico

Le polemiche sollevate in merito al braccialetto di Amazon , di cui parleremo tra poco, sembrano non essere altro che il sintomo di una diffusa diffidenza nei confronti delle nuove invenzioni tecnologiche, che è però mal riposta. In World-Matic l’avanzamento tecnologico ha un ruolo centrale: schermi touch e sensori contribuiscono alla creazione di distributori automatici sempre più automatizzati e con funzionalità continuamente ampliate.

Queste innovazioni, al contrario di quanto temono alcuni, non puntano a sostituire il capitale umano dell’azienda con automi indipendenti, ma piuttosto a facilitare le operazioni della vita quotidiana, anche quando si tratta semplicemente di fare una pausa caffè. Avere a disposizione strumenti sempre più moderni, infatti, consente di godere al meglio del proprio momento di riposo, senza preoccupazioni inutili.

A cosa dovrebbe servire il braccialetto di Amazon

Secondo quanto riportato dall’azienda statunitense, il braccialetto di Amazon non nasce con lo scopo di controllare i movimenti dei dipendenti, bensì di aiutarli a svolgere in maniera più efficiente il proprio lavoro.

Ciascuno dei magazzini dove Amazon tiene la propria merce prima che questa sia spedita ha dimensioni paragonabili a quelle di una decina di campi da calcio. Basti pensare che il centro recentemente aperto a Colleferro, in provincia di Roma, ha una superficie di 100mila metri quadrati. All’interno di questi centri di distribuzione sono stoccati e prelevati per la spedizione centinaia di migliaia di prodotti ogni giorno.

Nei magazzini la distribuzione dei prodotti sugli scaffali è pensata per essere apparentemente casuale. Cosa vuol dire? Sullo stesso scaffale, l’uno accanto all’altro, possono essere presenti dvd per bambini, lamette da barba e grandi classici della letteratura. Questa distribuzione è pensata per non rischiare di ritirare erroneamente un articolo simile ad un altro.

In un ambiente talmente grande e complesso, è naturale che sia necessario ricorrere all’ausilio che le tecnologie possono fornirci per essere in grado di rintracciare quello che si sta cercando. E proprio questa è la funzione che il braccialetto di Amazon dovrebbe ricoprire: indicare all’operatore dove individuare il prodotto ricercato.

Come funziona il braccialetto di Amazon

Come può un semplice bracciale fornire assistenza nel trovare il giusto posto in cui collocare o recuperare i prodotti? Il sistema impiegato è molto semplice, come esaustivamente spiegato da un articolo di GeekWire: una vibrazione indica all’operatore in che direzione spostarsi e quando la posizione della mano è allineata con quella dello scomparto corretto. Perché questo avvenga, è sufficiente una comunicazione via onde radio o con ultrasuoni tra gli scomparti e il bracciale.

Come chiarito dall’azienda stessa, il braccialetto di Amazon non sarebbe quindi altro che una miglioria apportata ai sistemi già in uso. Infatti, i dipendenti dei centri di stoccaggio e distribuzione sono attualmente dotati di palmari che svolgono la funzione di mappare la posizione dei prodotti e scansionare i codici presenti sugli scomparti. La differenza, quindi, è che con questo nuovo sistema sarebbe possibile evitare il passaggio di dover prendere in mano il palmare dopo ogni operazione, lasciando il lavoratore libero di spostarsi più rapidamente ed efficientemente da un compito al successivo. Inoltre, questo apparecchio innovativo consentirebbe di evitare viaggi a vuoto da una parte all’altra dell’azienda, risparmiando fatica a chi lo utilizza.

Braccialetti Amazon dipendenti

Le news sui bracciali di Amazon sono fuorvianti: perché si tratta sostanzialmente di una bufala

Innanzitutto, al contrario di quanto appare dalle notizie che si possono leggere sull’argomento, il bracciale di Amazon è per il momento solamente un brevetto, cioè non si tratta di una tecnologia realmente in uso, quanto più di un’idea, che potrebbe anche non vedere mai la luce.

Inoltre, se la finalità di Amazon nel costruire questo bracciale fosse di monitorare movimenti e pause dei lavoratori potrebbe tranquillamente servirsi degli strumenti già in loro possesso. Infatti, i costosi scanner impiegati nei magazzini di Amazon (all’incirca del costo di 1500 euro, secondo Honeywell, una delle aziende produttrici) sono già dotati di sensori di movimento, comunicazione GPRS e wi-fi e sarebbero sufficienti a controllare le azioni dei dipendenti. Pertanto, perché sviluppare il braccialetto di Amazon, se questo fosse il suo fine?

È quindi molto più probabile che il reale scopo del braccialetto di Amazon sia, esattamente come indicato dai suoi creatori, quella di agevolare il lavoro a chi lo indossa.

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