Le bevande lunghe contro l’espresso Starbucks a Milano

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Oggi parliamo di bevande lunghe, di distributori di caffè e della decisione da parte della caffetteria Starbucks di aggredire il nostro mercato nazionale. Di qualche tempo fa (2018) fu la notizia dell’apertura di una filiale Starbucks a Milano con, a seguire ulteriori aperture sulla stessa città e poi a Roma e l’Italia tutta.

La vita del dei distributori di caffè sembra essere messa in crisi da quello che appare come il chiaro tentativo di conquistare il mercato Italiano, da parte dell’azienda americana. Starbucks ha selezionato per la sua entrata in Italia, un partner di tutto rispetto: il gruppo Percassi.

Noto per i propri successi nel mondo del retail e di collaborazioni a livello internazionale di tutto riguardo, tra le quali spicca quella con il gruppo Inditex di Amancio Ortega per i brand: Zara, Massimo Dutti, Pull&Bear, Stradivarius, Bershka, Oysho, Zara Homeed.

Da una parte i distributori di caffè espresso, fermi sulla certezza della loro tradizionale storia italiana e dall’altra parte ottimi accordi alla base del progetto, certamente tanti studi eseguiti sul target della caffetteria più famosa al mondo, alla fine, la scelta di muoversi alla conquista del mercato italiano.

Starbucks Milan teaser gross
La filiale di Starbucks a Milano

Bevande lunghe in caffetteria e ai distributori automatici: l’Italia sta cambiando?

Questa è la domanda che tutti noi operatori del settore dei distributori automatici di caffè ci stiamo sempre più ponendo. Sarà davvero così cambiata la percezione dell’Italiano medio verso il caffè?

La domanda nasce dal fatto che forse nemmeno gli spaghetti, oppure la pizza rappresentano l’Italia nel mondo, così come ha saputo fare il caffè espresso. Il caffè Italiano è conosciuto al mondo come la bevanda principe di ogni area break e in qualunque spazio con distributori automatici.

Eppure, se Starbucks ha deciso di aprire le sue caffetterie in Italia, è chiaro che ha dati in suo possesso che attestino la presenza numerosa qui sul nostro territorio nazionale del loro tradizionale target.

La principale differenza tra il classico espresso italiano e le bevande lunghe di Starbucks è proprio nella quantità del prodotto finale e negli ingredienti contenuti. Se l’espresso di compone solamente di caffè ed è uso consumarlo in piedi al bancone o alle macchinette automatiche, le bevande di Starbucks contengono caffè, ma non solo. Inoltre, l’esperienza di vendita è completamente diversa.

I ragazzi consumano bevande lunghe

Consumare bevande lunghe a base di caffè, per esempio un americano, in bicchieri grandi, erogati magari attraverso evoluti distributori tecnologicamente avanzati è ormai normale. Tuttavia, è lontano anni luce dalla nostra cultura dell’espresso. Specie tra i più giovani, infatti, non sembra più così improponibile la scelta di una bevanda articolare contenente una minima parte di caffè, piuttosto che un classico espresso. In tutta onestà, infatti, tutti gli indici e i trend di mercato dicono che sono consumi in forte crescita.

Starbucks offre un menù di caffetteria che farebbe venire i brividi ai nostri nonni, ma certamente un ragazzo ne risulta invece totalmente affascinato!

Proprio per questo motivo il mondo delle vending machine sta sempre più spostando la sua attenzione sul creare un’esperienza di acquisto che vada ben oltre la sola qualità della bevanda somministrata.

D’altronde, il successo di Starbucks lo dimostra chiaramente, all’interno delle sue caffetterie i clienti vivono un’esperienza di acquisto che aggiunge valore alla percezione qualitativa delle sue bevande. Il caffè non è più il momento di fretta tra un impegno e l’altro in cui ci si ferma al bar o alla macchinetta per poi correre via, ma è diventato un momento di pausa importante, di convivialità, di unione e confronto tra colleghi e amici.

Il distributore automatico è certamente cambiato negli ultimi anni, ma è nulla se paragonato al cambiamento del nostro stile di vita. Tutto sembra davvero procedere molto più velocemente. Allora, perché non dovrebbe cambiare anche la modalità di bere il caffè?

Il distributore di caffè dovrebbe prendere spunto dal modello di caffetteria Starbucks: riscuoterebbe certamente un grande successo tra i più giovani, e probabilmente non solo tra loro. Il distributore e le aree break in generale, hanno il potere di aggregare e di far leva su quel valore aggiunto costituito dalla convivialità che si crea intorno alle macchinette.

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Distributori Caffè, imparare da Starbucks!

Starbucks ha saputo dare grande valore al proprio brand, tanto alto da fargli intravedere la possibilità di conquistare un mercato in apparenza lontanissimo dal prodotti target. Allo stesso modo il distributore automatico dovrà aprirsi a concetti di nuove modalità di consumo delle bevande calde o fredde.

Sarà davvero interessante capire se la forza di Starbucks sarà capace di scardinare oltre un secolo di storia del caffè espresso!

Il caffè espresso nasce in Italia agli inizi del 1900 e dopo poco più di un secolo di vita, ora dovrà fare i conti con il progresso che avanza!

A questo punto, non ci resta che attendere e vedere come Starbucks deciderà di affrontare il mercato Italiano. Come sempre, osserveremo gli sviluppi e cercheremo di capire come meglio soddisfare le richieste del mercato e dei nostri clienti al distributore automatico!

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Founder World Matic Srl

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